L'iperbole è una figura retorica di facile individuazione: esempi e definizione di questa semplice guida chiariranno senz'altro tutti i vostri dubbi
Una figura retorica che capita di incontrare spesso è senz'altro l'iperbole: non parliamo soltanto dei testi letterari, in cui può presentarsi o meno con una certa regolarità, a seconda del periodo considerato; un gran numero di iperboli, infatti, caratterizza anche il modo in cui parliamo e scriviamo (soprattutto in contesti meno sorvegliati). Partiamo dalla definizione che ne dà il Sabatini-Coletti per poi arrivare agli esempi; il dizionario descrive la figura retorica in questo modo:
"Figura retorica che consiste nell'ingigantire o diminuire la realtà per rendere più incisivo il proprio discorso".
Nel seguente stralcio della Commedia di Dante Alighieri è presente un facile esempio di iperbole:
- O frati, - dissi, - che per centomila
perigli siete giunti all'occidente;
a questa tanto picciola vigilia
de' nostri sensi ch'è del rimanente,
non vogliate negar l'esperienza,
diretro al sol, del mondo sanza gente... -
(Dante, Inferno, C. XXVI, 112-117).
perigli siete giunti all'occidente;
a questa tanto picciola vigilia
de' nostri sensi ch'è del rimanente,
non vogliate negar l'esperienza,
diretro al sol, del mondo sanza gente... -
(Dante, Inferno, C. XXVI, 112-117).
Un buon numero di esempi facilmente individuabili figura anche in Erano i capei d'oro a l'aura sparsi, sonetto tratto dai Rerum Volgarium Fragmenta di Francesco Petrarca:
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi;...
(F. Petrarca, Canzoniere, XC, 1-4)
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch'or ne son sì scarsi;...
(F. Petrarca, Canzoniere, XC, 1-4)
In quest'ultimo testo notiamo che l'iperbole può essere costituita anche da più parole: non esistono, insomma, solo figure retoriche come "ti amo da morire", dove "da morire" rappresenta il nucleo iperbolico; ma anche frasi come "oltra misura ardea", in cui avverbio e verbo insieme contribuiscono a ingigantire l'immagine descritta.
Esempi di iperbole: un caso francese
Dicevamo che le iperboli fanno parte anche del linguaggio quotidiano, e, in effetti, alzi la mano chi non ha mai sentito frasi come "ho mille pensieri per la testa!". Ne esistono molte altre, ovviamente; è su questa, però, che vogliamo soffermarci, perché ci permette di porre l'accento sull'influenza che la lingua francese ha avuto sul nostro idioma (non solo sulle origini della poesia, ma anche nel Settecento). Leggiamo cosa scrive il linguista e storico della lingua italiana Luca Serianni nel suo Italiano in prosa:
"Tra i modismi [diffusisi grazie al francese ndr] è [...] quasi uno stereotipo [...] l'iperbole dei mille pensieri in cui si dibatte un personaggio incerto sul da farsi («Mille pensieri ad un tratto di timore, d'onestà, di vergogna s'affollarono alla mia fantasia»; «Mille confuse idee mi si affollavano in mente»)".
Esempi di iperbole del linguaggio quotidiano
Ma vediamo altri esempi di iperbole tratti dal linguaggio quotidiano (ne esistono molti altri, e in questo caso sono senz'altro voluti, nel linguaggio giornalistico e in quello pubblicitario):- Una pizza da far perdere la testa;
- Amico mio, è un secolo che non ci vediamo!
- I prezzi sono arrivati alle stelle;
- Ti amo da impazzire.
Esempi e definizione renderanno l'individuazione dell'iperbole sicuramente molto più semplice: con questa figura retorica, in altri termini, esagerando, si lascia il segno. Non sempre l'intenzione è quella - secondo gli studiosi, chi utilizza l'iperbole può farlo anche senza pensarci, perché abituato a certi modi di dire (si veda il secondo esempio) -; in gran parte delle circostanze, però, l'intento è evidente.