Francesco Profumo , Ministro della Pubblica Istruzione , intende portare avanti la riforma Gelmini , cercando, a differenza dell’ultimo...
Francesco Profumo, Ministro della Pubblica Istruzione, intende portare avanti la riforma Gelmini, cercando, a differenza dell’ultimo triennio, di trovare una via comune tra le parti sociali, continuamente in conflitto tra loro, e non senza motivo, viste le condizioni disastrose in cui versa tutta l’istituzione scolastica. Anche se volesse cambiare rotta, tra l’altro, troverebbe dinanzi a sé un Premier ostile, che più volte ha sostenuto in tutti i suoi punti, e ancor prima di divenire Primo Ministro, il progetto dell’ormai scomparsa Mariastella Gelmini.
Gli assessori all’Istruzione delle città di Milano, Torino, Napoli e Bologna, tutte con giunte di centro-sinistra, hanno rivolto un accorato appello al neoministro, affinché intraprenda una strada diversa da quella dei tagli lineari e che vada nella direzione della crescita e dello sviluppo; ora come ora è, infatti, impossibile assumere nuovo personale per garantire il turn over. La forma cambia, insomma, ma la sostanza resta quella.
Gli assessori, comunque, non si sono limitati soltanto alle chiacchiere, ma hanno formulato, nei limiti del possibile, delle proposte e indicato delle strade da seguire per migliorare, seppur con un aumento consistente della spesa pubblica, le condizioni del mondo universitario e non solo; le questioni sono quattro: la necessità di modificare le regole di computo delle spese personale e dei servizi scolastici; l'urgenza di poter derogare al limite del 20% per le assunzioni a tempo indeterminato; l'esigenza di individuare modalità di gestione dei servizi che comportino un maggior coinvolgimento dello Stato per far fronte all’incremento delle liste d’attesa; e, infine, la necessità di svincolare gli investimenti in edilizia scolastica dai limiti del Patto di Stabilità e incrementare le risorse disponibili.
Difficilmente il ministro potrà accontentarli: si tratterebbe di far aumentare la spesa pubblica e questa soluzione non è possibile; serve, infatti, l’appoggio di Mario Monti, ministro in interim dell’Economia, che ha chiuso qualsiasi trattativa in questo senso.
Per quanto tempo il governo continuerà a penalizzare l’Istruzione?
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