Nella Politica Aristotele definisce l’uomo ‘animale politico’ , perché è in grado di costruire una società senza essere mosso da nessu...
Nella Politica Aristotele definisce l’uomo ‘animale politico’, perché è in grado di costruire una società senza essere mosso da nessuna esigenza primaria, la stessa che lo porta a sfruttare l’altro; fa questo con grande naturalezza, visto che associarsi è una parte determinante della sua condizione. Crea, così, una collettività perché ne ha inconsapevolmente bisogno. Dicendo questo, il filosofo va contro la logica contrattualistica, secondo la quale gli uomini hanno scelto volontariamente, perché spinti dalle più svariate esigenze, di unirsi, di eleggere un sovrano che li comandi, e di soddisfare tutti quei bisogni che, senza lo sfruttamento del prossimo, non potrebbero essere soddisfatti.
Starete pensando che anche alcuni animali sono in grado di aggregarsi, ma è comunque una aggregazione diversa da quella umana; a differenza degli uomini, infatti, non sanno cos’è la politica: danno vita a una comunità per necessità, istintivamente; per procurarsi il cibo, per esempio, oppure per eludere gli attacchi dei predatori con meno difficoltà. L’essere umano, invece, sente un bisogno incontrollabile di vivere a stretto contatto col suo simile, non può in nessun modo sorreggere l’opprimente idea di restare in balìa di se stesso, senza nessuno che lo sostenga, lo conforti, lo induca alla conversazione, lo renda felice; anche se a restargli a fianco sarà un pover'uomo, brutto, cagionevole, arido di contenuti, lui sarà sempre felice di averlo accanto.
Il filosofo greco afferma che l’unico che potrebbe riuscire nell’impresa di arroccarsi nella propria solitudine, senza provare la sensazione di sentirsi una nullità, un essere senza senso, o è Dio sceso in Terra o un pazzo.
Secondo voi, l'uomo è davvero un "animale sociale"?
Pascal Ciuffreda