Si scrive "d'accordo" o "daccordo"? Dare una risposta è piuttosto semplice, ovviamente partendo dal presuppo...
Si scrive "d'accordo" o "daccordo"? Dare una risposta è piuttosto semplice, ovviamente partendo dal presupposto che in questa locuzione è avvenuta l'elisione della preposizione semplice "di". Abbiamo già spiegato qual è la forma corretta, motivando perché tra l'una e l'altra parola serva per forza l'apostrofo: è questo il segno che indica la già citata elisione. La forma *daccordo è registrata dal DOP Dizionario d'Ortografia e Pronunzia, certo, ma solo come forma meno comune, e da evitare assolutamente - aggiungiamo noi.
*Daccordo deriva dall'univerbazione - fenomeno sul quale ci siamo soffermati con riflessioni ed esempi - delle due parole: questa unione non avviene raramente (pensate, per esempio, alla parola "tuttora"), ma può succedere che gli scriventi avvertano come sbagliata una determinata forma e ne blocchino, di conseguenza, il cambiamento. Ciò non significa che la comunità di parlanti ha in mano completamente l'evoluzione di un idioma: i loro usi e le loro reazioni, seppur inconsapevoli, sono però molto importanti.
Non parliamo soltanto di "d'accordo" o di "tuttora", ma anche di locuzioni come "poc'anzi", "senz'altro", "tutt'altro", "tutt'oggi", "tutt'uno", "quant'altro" etc, che vogliono obbligatoriamente l'apostrofo. L'oscillazione tra questa e quest'altra forma oggi è molto diffusa; come nei casi precedentemente elencati (per non parlare di locuzioni come "tutt'e due") non sempre, però, sono possibili entrambe le alternative.
Siccome è davvero impossibile ricordare tutti i casi, almeno quelli non frequenti, ricordate sempre di consultare il vocabolario o siti utilissimi come quello dell'Accademia della Crusca, che proprio in un articolo ha parlato dell'argomento. D'accordo?
*Daccordo deriva dall'univerbazione - fenomeno sul quale ci siamo soffermati con riflessioni ed esempi - delle due parole: questa unione non avviene raramente (pensate, per esempio, alla parola "tuttora"), ma può succedere che gli scriventi avvertano come sbagliata una determinata forma e ne blocchino, di conseguenza, il cambiamento. Ciò non significa che la comunità di parlanti ha in mano completamente l'evoluzione di un idioma: i loro usi e le loro reazioni, seppur inconsapevoli, sono però molto importanti.
Non parliamo soltanto di "d'accordo" o di "tuttora", ma anche di locuzioni come "poc'anzi", "senz'altro", "tutt'altro", "tutt'oggi", "tutt'uno", "quant'altro" etc, che vogliono obbligatoriamente l'apostrofo. L'oscillazione tra questa e quest'altra forma oggi è molto diffusa; come nei casi precedentemente elencati (per non parlare di locuzioni come "tutt'e due") non sempre, però, sono possibili entrambe le alternative.
Siccome è davvero impossibile ricordare tutti i casi, almeno quelli non frequenti, ricordate sempre di consultare il vocabolario o siti utilissimi come quello dell'Accademia della Crusca, che proprio in un articolo ha parlato dell'argomento. D'accordo?