Aristotele ha sempre affermato che l' amicizia vera nasce dalla virtù, non dall'utile e nemmeno dal piacere . Ma anche l'ami...
Aristotele ha sempre affermato che l'amicizia vera nasce dalla virtù, non dall'utile e nemmeno dal piacere. Ma anche l'amicizia più forte, più durevole, che supera ogni intemperia che la vita le scaglia contro, potrebbe trovarsi, un giorno, dinanzi a quella difficoltà che la annienterà e lascerà di lei, nella mente e nell'animo dei due amici, solamente un prezioso e nostalgico ricordo.
L'amicizia perfetta termina, secondo il filosofo greco,quando uno dei due amici non esercita più la sua virtù; quando succede questo, quando, cioè, uno cerca con tutte le sue forze di aumentare il valore del legame speciale, mentre l'altro resta indifferente, l'amicizia vera non può più essere tale: perde il suo valore e si trasforma in amicizia dell'utile o del piacere.
Può succedere, inoltre, che a causa di un periodo difficile, la virtù subisca dei colpi violenti e vacilli. L'amico 'ferito' cambia, senza volerlo, il suo carattere, i suoi atteggiamenti, diventando cattivo, apatico, sempre sofferente. In questo momento, secondo Aristotele, non bisogna mai abbandonarlo, ma, anzi, spingerlo, guidarlo mano nella mano, verso quella virtù che sembra ormai lontana.
Alcune volte, perciò, se si tiene veramente tanto a una persona, bisogna comprendere la brutta situazione in cui si è cacciata, magari non volendolo. Comprensione: questo è uno dei segreti per coltivare l'amicizia perfetta.