La lingua italiana non ha i suoi dialetti . Esistono i dialetti italiani , certo, ma non i dialetti dell'italiano . Non è una quest...
La lingua italiana non ha i suoi dialetti. Esistono i dialetti italiani, certo, ma non i dialetti dell'italiano. Non è una questione da poco, se considerate che la gran parte di noi è cresciuta con la consapevolezza che la lingua fosse corrotta dal dialetto, e che proprio questo fosse nient'altro che una storpiatura, per così dire, dell'italiano standard (quello codificato dalle grammatiche, per intenderci). I fatti non stanno assolutamente così, anche perché l'italiano stesso è lo sviluppo di un dialetto, il volgare fiorentino.
Quando diciamo che la lingua è in continua evoluzione, non lo facciamo tanto per giustificare gli studi sulle parole, le discussioni su questioni astratte e tutto il resto degli argomenti che i meno esperti reputano quasi senza senso. Lo facciamo con cognizione di causa: sappiamo che tutte le lingue attuali sono il risultato dell'evoluzione vecchie lingue e che le lingue del futuro saranno il risultato deli cambiamenti a cui saranno sottoposte le nostre. I mutamenti in atto, insomma, ci sono.
Ma torniamo all'italiano. Prima che la nostra lingua divenisse tale, ne sono successe di cose: pensate che stiamo parlando di un problema che risale ai tempi di Dante Alighieri e sul quale sono intervenuti in molti, da Pietro Bembo (nel 1525) a Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini, senza dimenticare Alessandro Manzoni e Graziadio Isaia Ascoli. I nomi sono tantissimi, ma questi dovrebbero bastare; anche perché l'obiettivo di questo intervento è dimostrarvi che il dialetto non è una corruzione della lingua italiana, ma una lingua a se stante, e non proporvi una storia del nostro idioma.
L'italiano, quindi, è il frutto dell'evoluzione di un dialetto (quello fiorentino), su cui si è molto discusso e che è stato soggetto a un processo di codificazione e standardizzazione. In altri termini, attraverso delle grammatiche (dei codici, dunque) gli italiani hanno imparato a conoscere i tratti di una lingua alla quale tutti, oggi, fanno riferimento (una lingua standard, per l'appunto). Già questo potrebbe bastarvi per capire che, se l'italiano deriva da un dialetto, il dialetto non può essere una sua corruzione, anzi.
Ma andiamo oltre. Credete davvero che i dialetti non abbiano una grammatica? La risposta di qualcuno potrebbe essere positiva, ed è proprio questo qualcuno che bisogna convincere del contrario: non vi è mai capitato di sentir parlare dialetto e ridere a crepapelle? Il motivo potrebbe essere dipeso non solo da un nome sbagliato o dalla pronuncia scorretta, ma anche da frasi costruite in modo inesatto; da gruppi di parole composti male; insomma, da una serie di errori che allontanano il parlante dalle regole del dialetto.
Se il dialetto ha una grammatica e l'italiano deriva dal dialetto, qual è, allora, la differenza tra l'uno e l'altro? E perché oggi non usiamo il dialetto nello scritto, nei documenti ufficiali e nelle 'cartacce burocratiche'? La risposta sta nella domanda stessa: perché quel vecchio dialetto è stato codificato ed è stato scelto come lingua standard, la lingua che, cioè, tutti accettiamo.
La differenza, quindi, non sta nella presenza/assenza di una grammatica (anche se i dialetti hanno sicuramente un lessico più povero rispetto alla lingua italiana) o nel fatto che uno sia la corruzione dell'altra, ma nel ruolo socio-politico che queste due realtà linguistiche assumono col passare del tempo. Per assurdo (davvero assurdo), l'italiano potrebbe diventare un dialetto e uno dei dialetti attuali potrebbe diventare lingua standard in futuro.
Diffidate sempre da chi non conosce il proprio dialetto e vi spinge a parlare solo italiano: il dialetto è la vostra forma 'prima', quella che più di ogni altro vi lega alle vostre origini e alla vostra comunità ; alcuni dei dialetti dell'Italia hanno delle storie bellissime alle spalle; delle storie che non vanno dimenticate, nient'affatto. Pensate che chi c'era parlava così e noi, invece, parliamo in modo ancora diverso: ogni dialetto, insomma, è una testimonianza. Perché bisognerebbe eliminarli, come qualcuno afferma dal basso della sua ignoranza?