Anche le domande più semplici, come si dice 'zàffiro' o 'zaffìro' per esempio, possono non trovare una risposta immedi...
Anche le domande più semplici, come si dice 'zàffiro' o 'zaffìro' per esempio, possono non trovare una risposta immediata. In questo come in molti altri casi, basta rifarsi o a un buon dizionario di lingua italiana o, per chi ne è a conoscenza, al latino (talvolta, al greco): la parola 'zaffiro' è un adattamento del greco 'sàppheiros', che deriva, a sua volta, dal semitico 'sappìr'. L'accento, come vedete, cade sulla i, e sulla i deve restare: la pronuncia corretta, infatti, è zaffìro.
Qualora foste sprovvisti di vocabolario e di conoscenze approfondite in latino e greco, potreste anche rifarvi alla Commedia di Dante Alighieri, nella quale le ultime parole delle strofe sono collegate da una rima, basata essenzialmente su un fatto fonetico (le parole hanno, insomma, lo stesso suono). Nel primo canto del Purgatorio potete leggere:
Dolce color d’oriental zaffìro,
che s’accoglieva nel sereno aspetto
del mezzo, puro insino al primo giro
Ragionando, se 'giro' ha l'accento sulla i e la rima è obbligatoria, è chiaro che anche 'zaffiro' avrà l'accento sulla stessa vocale.
Zàffiro, dunque, è inesatto.