Si scrive "the" o "tè"? Qual è la forma corretta per indicare la bevanda? Una semplice guida per non sbagliare mai
Si scrive "tè" o "the"? Prima di procedere con alcune indicazioni, è importante dire sin da subito che fra le tante proposte del web va evitata *thè (o *thé), discutibile punto di incontro fra l'italiano "tè" e altre grafie chiaramente non appartenenti alla nostra lingua; o si sceglie, infatti, di adattare il forestierismo al nostro sistema grafico e fonetico o non lo si adatta affatto: non sono possibili punti di incontro.
Avrete sicuramente capito, comunque, che sia "tè" sia "the" sono corretti, purché non dimentichiate di mettere l'accento sulla prima parola (qualora non lo doveste indicare, "te" assumerebbe tutt'altra funziona, vale a dire quella di pronome personale). Prendete in considerazione, però, quanto scrive la maggior parte dei dizionari: il Sabatini-Coletti, per esempio, ritiene meno frequente la forma con l'acca; molti altri vocabolari (il De Mauro, per citarne uno dei più prestigiosi) non la considerano neanche corretta; se è vero, insomma, che qualcuno la utilizza, è altrettanto vero che questa grafia andrebbe evitata.
Inutile dirvi che tea è l'alternativa inglese e, visto che abbiamo a disposizione l'equivalente italiano, utilizzarla sarebbe davvero fuori luogo (non sarebbero sorti neanche i problemi affrontati fin qui, tra l'altro...).
La differenza tra accento grave e acuto, e di tutte le parole che necessitano ora dell'uno ora dell'altro, è stata già ampiamente approfondita su queste pagine: qualora vogliate evitare errori grossolani, è il momento giusto per imparare alcuni semplicissimi trucchi. Magari sorseggiando del buon tè.
Avrete sicuramente capito, comunque, che sia "tè" sia "the" sono corretti, purché non dimentichiate di mettere l'accento sulla prima parola (qualora non lo doveste indicare, "te" assumerebbe tutt'altra funziona, vale a dire quella di pronome personale). Prendete in considerazione, però, quanto scrive la maggior parte dei dizionari: il Sabatini-Coletti, per esempio, ritiene meno frequente la forma con l'acca; molti altri vocabolari (il De Mauro, per citarne uno dei più prestigiosi) non la considerano neanche corretta; se è vero, insomma, che qualcuno la utilizza, è altrettanto vero che questa grafia andrebbe evitata.
Inutile dirvi che tea è l'alternativa inglese e, visto che abbiamo a disposizione l'equivalente italiano, utilizzarla sarebbe davvero fuori luogo (non sarebbero sorti neanche i problemi affrontati fin qui, tra l'altro...).
Differenza tra accento acuto e grave
Va sottolineato, infine, che l'accento di "tè" non è acuto - come quello di "perché", per esempio -, ma grave (lo portano parole come "cioè", "perciò", "giù" e così via); starete pensando che si tratta di un dettaglio, ma il dettaglio - rispondiamo qui - fa la differenza. Anche perché la presenza di un accento diverso indica una pronuncia differente: un conto è dire tè (con riferimento alla bevanda); un conto, invece, è dire té (con riferimento al già citato pronome, che ovviamente va scritto senza accento: qui lo abbiamo utilizzato solo per rendere la distanza tra l'una e l'altra pronuncia).La differenza tra accento grave e acuto, e di tutte le parole che necessitano ora dell'uno ora dell'altro, è stata già ampiamente approfondita su queste pagine: qualora vogliate evitare errori grossolani, è il momento giusto per imparare alcuni semplicissimi trucchi. Magari sorseggiando del buon tè.