Ferdinand De Saussure era figlio di un entomologo, nipote di un chimico, pronipote di un naturalista; per di più, compì studi di chi...
Ferdinand De Saussure era figlio di un entomologo, nipote di un chimico, pronipote di un naturalista; per di più, compì studi di chimica e fisica a Ginevra. Un background del genere non può far minimamente pensare che stiamo parlando di una delle figure più importanti della linguistica; la passione e lo spiccato talento per i fatti della lingua lo spinsero, infatti, a intraprendere una strada del tutto diversa da quella che gli si apriva davanti: coltivò gli studi filologici all'Università di Lipsia e a Berlino.
Carriera segnata da grandi soddisfazioni - una cattedra presso l'Università di Parigi e l'insegnamento di lingue indoeuropee, sanscrito e linguistica generale -, il successo per Saussure arrivò dopo la sua morte; fu con le successive letture e riletture dei suoi scritti che si impose a livello internazionale in ambito linguistico. Se il più importate contributo degli inizi fu un saggio sulle lingue indoeuropee, attraverso il quale mise in discussione le proposte teoriche dei Neogrammatici, fu con il Corso di linguistica generale (oggi, uno tra i pilastri della linguistica) che lo studioso diede il via a un dibattito che divenne infuocato a partire dagli anni Trenta, segnato anche da interpretazioni del tutto sbagliate delle sue teorie.
Carriera segnata da grandi soddisfazioni - una cattedra presso l'Università di Parigi e l'insegnamento di lingue indoeuropee, sanscrito e linguistica generale -, il successo per Saussure arrivò dopo la sua morte; fu con le successive letture e riletture dei suoi scritti che si impose a livello internazionale in ambito linguistico. Se il più importate contributo degli inizi fu un saggio sulle lingue indoeuropee, attraverso il quale mise in discussione le proposte teoriche dei Neogrammatici, fu con il Corso di linguistica generale (oggi, uno tra i pilastri della linguistica) che lo studioso diede il via a un dibattito che divenne infuocato a partire dagli anni Trenta, segnato anche da interpretazioni del tutto sbagliate delle sue teorie.
Morì nel 1912, ma di lui e della sua opera si parlò per tutto il Novecento e alcuni concetti sono ancora oggi difficilmente interpretabili. Il Corso di linguistica generale, infatti, è il frutto di un lavoro di ricognizione e riorganizzazione degli appunti di tre dei suoi studenti migliori, Albert Sechehaye, Albert Riedlinger e Charles Bally, raccolti durante le sue lezioni a Ginevra tra il 1906 e il 1911.
Ma quali sono i punti salienti del pensiero di Ferdinand De Saussure e qual è stato il suo contributo alla linguistica generale? Partiamo dal presupposto che, secondo il linguista, la lingua è una struttura, all'interno del quale interagiscono singoli elementi, tra loro, dunque, assolutamente interdipendenti; proprio per questo motivo, è considerato il capostipite della corrente di pensiero definita 'Strutturalismo'.
Gli assunti fondamentali della teoria saussuriana, oltre alla biplanarità del segno (scomponibile in 'significante' e 'significato') e alla sua arbitrarietà , riguardano la differenza tra:
- 'Sincronia' e 'diacronia';
- 'Rapporti associativi' e 'sintagmatici';
- 'Langue' e 'parole'.
- 'Sincronia' e 'diacronia';
- 'Rapporti associativi' e 'sintagmatici';
- 'Langue' e 'parole'.
Il linguista ebbe fortuna immediata in ambito indoeuropeistico - all'interno del quale, in estrema sintesi, si studiano i metodi di ricostruzione di una lingua, l'indoeuropeo per l'appunto, dalla quale derivano anche il greco e il latino, che a sua volta, è madre delle lingue romanze (italiano e non solo) - con il già citato saggio Mémoire sur le système primitif des voyelles dans les langues indo-européennes e la tesi De l'emploi du génitif absolu en sanscrit, senza tralasciare articoli specialisti apparsi su riviste accademiche.
Il successo del Corso di linguistica generale aumentò di edizione in edizione, dalla seconda del 1921 alla terza pubblicata dieci anni dopo, e divenne un vero e proprio punto di riferimento con le innumerevoli traduzioni degli anni successivi al Dopoguerra (spicca quella di Tullio De Mauro del 1967).
Non poche furono le letture scorrette dell'opera, a partire da Roman Jakobson, altro punto di riferimento nel mondo della linguistica, e Nikolay Trubeckoy (conosciuto, soprattutto, per la distinzione tra 'fono' e 'fonema'), sulle cui interpretazioni intervennero studiosi del calibro di Émile Benveniste, Mario Lucidi e Henri Frei, fino a Robert Godel, che nel 1957 pubblicò Le sources manuscrites du Cours de linquistique générale, avviando una riflessione corretta su tutti i punti della sua teoria.
Nel corso delle prossime settimane analizzeremo nel dettaglio il Corso di linguistica generale.