La biblioteca dell'Istituto Italiano per gli studi Filosofici di Napoli è stata chiusa. Non è una biblioteca qualsiasi, ma un posto ...
La biblioteca dell'Istituto Italiano per gli studi Filosofici di Napoli è stata chiusa. Non è una biblioteca qualsiasi, ma un posto dove fino a pochissimi giorni fa erano presenti ben 300mila volumi storici originali, dal valore inestimabile, oltre a libri di importanza indiscutibile. Una vera e propria roccaforte della filosofia, insomma: la più importante al mondo (d'altra parte, Napoli è conosciuta anche come terra degli studi filosofici).
Gerardo Marotta - avvocato, storico e filosofo italiano, allievo di Benedetto Croce - non è riuscito a evitare la fine di questo centro culturale: la politica, dopo diverse battaglie, l'ha sconfitto, e i tagli del 100% hanno reso inevitabile la disfatta. La biblioteca, fino a qualche anno fa, ha sempre ricevuto dallo stato il giusto supporto; poi, però, dal 2009 sono cominciati a sorgere i primi grossi problemi: il governo tagliò all'istituto quattro milioni di euro, finanziandolo con soli tre milioni all'anno e non sette. L'anno seguente, si decise di ridurre i fonti del 70%: azione possibile grazie all'articolo 7, comma 22, della manovra finanziaria del 2010: con questa, lo Stato decide di cessare di concorrere al finanziamento degli enti, istituti, fondazioni e altri organismi.
Gerardo Marotta - avvocato, storico e filosofo italiano, allievo di Benedetto Croce - non è riuscito a evitare la fine di questo centro culturale: la politica, dopo diverse battaglie, l'ha sconfitto, e i tagli del 100% hanno reso inevitabile la disfatta. La biblioteca, fino a qualche anno fa, ha sempre ricevuto dallo stato il giusto supporto; poi, però, dal 2009 sono cominciati a sorgere i primi grossi problemi: il governo tagliò all'istituto quattro milioni di euro, finanziandolo con soli tre milioni all'anno e non sette. L'anno seguente, si decise di ridurre i fonti del 70%: azione possibile grazie all'articolo 7, comma 22, della manovra finanziaria del 2010: con questa, lo Stato decide di cessare di concorrere al finanziamento degli enti, istituti, fondazioni e altri organismi.
Marotta, per non far decadere completamente la sua biblioteca, ha venduto persino un attico di proprietà della moglie: solo così ha potuto pagare le borse di studio per studenti, intellettuali e talentuosi studiosi. Tale strategia, purtroppo, non ha portato a un effetto duraturo nel tempo: come poter dare a tutti i giovani, dopo i tagli del 70%, un sostegno economico? Per questa ragione, lottando come pochi sanno fare, l'allievo di Croce riuscì a convincere Giorgio Napolitano a ridurre quei tagli dal 70 al 50%.
"Il presidente Giorgio Napolitano - disse Marotta - ha salvato la cultura e per questo
voglio rendergli pubblico omaggio, anche se mi sento sempre agitato
perché so che questa battaglia sarà lunga e dura".
Ora, però, l'allievo di Croce non ha potuto far altro che arrendersi e vedere il suo istituto di filosofia - definito dall'UNESCO il più importante del mondo - perfettamente sgomberato:
"Lo stato - dice -, sollecitato dal blocco sociale, ha tolto all’Istituto
italiano per gli studi filosofici tutti i finanziamenti. Mentre gli
altri istituti hanno avuto un taglio del 10-12%, il nostro ha subito
tagli del 100%. La legge che prevede il finanziamento agli altri
istituti è stata prorogata, la nostra non è stata prorogata perché sono
intervenuti i napoletani stessi, i sedicenti uomini di cultura ed hanno
fermato i contributi per l’istituto".
Poi continua:
"Vivere a Napoli
significa vivere nella fossa dei leoni ed un giovane si avvilisce perché
capisce che, senza un minimo salario, non c’è posto per lui. Napoli è
stata talmente colpita che non riesce ad esprimere una classe politica
nuova, ed anche chi ha la buona volontà all’inizio capisce che se non si
mette d’accordo col blocco sociale che dirige ormai tutti gli angoli
della vita nazionale non può governare più. O si deve dimettere e se ne
deve andare o si deve accordare e subire giorno per giorno la volontà:
contratti senza gara, trattativa privata e la continua camorristeria
della camorra che governa. Il Sindaco De Magistris - conclude - deve capire che la
vera cultura è un’altra cosa".
Marotta ha ricevuto medaglie prestigiose da diversi governi esteri, come quello tedesco o quello russo: la medaglia d'oro "Goethe" e la medaglia d'argento "Pietro il Grande". In Italia, invece, se la cultura muore, non fa rumore.