Si scrive "cieco" o "ceco"? "Non vedente" è meglio? Se avete dubbi sull' aggettivo , senz'altro sì...
Si scrive "cieco" o "ceco"? "Non vedente" è meglio? Se avete dubbi sull'aggettivo, senz'altro sì, ma solo se vi riferite a chi è privo della vista; se fate riferimento, invece, a qualcuno di nazionalità ceca, quindi cittadino della Repubblica Ceca nell'Europa centro-orientale, vi converrà fare molta, anzi moltissima, attenzione. Procediamo con ordine.
"Cieco" si utilizza soltanto per coloro che, per i motivi più disparati, non vedono; è sinonimo, quindi, di "non vedente", che si sta imponendo sempre di più nel'uso dei parlanti, soprattutto in alcuni contesti.
Nella lingua italiana vige, infatti, la pratica, piuttosto ipocrita a dire il vero, di "addolcire" le parole, molto spesso complicando notevolmente la comunicazione (pensate al sintagma "collaboratore ecologico, ad esempio, per indicare il vecchio e ormai quasi scomparso "spazzino").
Nella lingua italiana vige, infatti, la pratica, piuttosto ipocrita a dire il vero, di "addolcire" le parole, molto spesso complicando notevolmente la comunicazione (pensate al sintagma "collaboratore ecologico, ad esempio, per indicare il vecchio e ormai quasi scomparso "spazzino").
Ma perché chiamare un "cieco" "non vedente"? Non è forse peggio? Per quanto "non vedente" possa essere una parola nata in buona fede, non fa altro che sottolineare la differenza tra "noi e loro", perché chi parla si impegna nel sostituire a una parola "comune" un gruppo di parole atto a "nascondere" la realtà . Inutile dirvi che nel linguaggio burocratico "cieco" è completamente assente.
Per quanto riguarda "ceco", invece, fate molta attenzione: non è sinonimo di "cieco" e fa riferimento a tutto ciò che in qualche modo è legato alla Repubblica Ceca: nazionalità , provenienza, tradizioni, usi costumi e così via. Un cieco ceco, quindi, non è una ripetizione, ma una spiacevole realtà .