Le virgolette hanno un utilizzo ben preciso nella lingua italiana : le regole di punteggiatura impongono di ricorrervi non soltanto per ...
Le virgolette hanno un utilizzo ben preciso nella lingua italiana: le regole di punteggiatura impongono di ricorrervi non soltanto per introdurre il discorso diretto, ma anche in altre occasioni; qui di seguito vi presenteremo tutti i casi in cui tali segni di interpunzione sono necessari, soffermandoci sulle questioni più complesse (ammesso che si possa parlare di difficoltà elevata) con degli esempi.
Premesso che le virgolette aprono e chiudono i dialoghi (quindi i già citati discorsi diretti), va messo in evidenza che servono anche per riportare una singola parola; dovrete scrivere, insomma, non *Marco ha detto ciao a Michele, bensì Marco ha detto "ciao" a Michele, proprio perché indicate la parola che Marco ha pronunciato (lo stesso discorso vale, ovviamente, per una singola frase: dovrete scrivere Marco ha detto "ciao, Michele", ma lui non si è girato; di conseguenza, anche per le citazioni: per esempio, d'altronde - si sa - "tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino").
Le virgolette alte - che sono quelle più utilizzate nella scrittura a mano - vengono utilizzate anche per indicare che la parola in questione va letta in modo diverso; in Italiano. Grammatica, Sintassi, dubbi il linguista Luca Serianni scrive che andrebbero inserite "per contrassegnare l'uso particolare (allusivo, traslato, ironico) di una qualsiasi espressione". Vediamo qualche esempio:
- Lui sì che è un "grande" scrittore!
- La sua "scure" di abbatté sull'operato di tutti
- L'unico "neo" della trattazione riguarda l'uso improprio degli accenti
Il primo caso è un esempio che non desta molti dubbi: è evidente che chi parla del soggetto lo fa ironicamente, sottolineandone, al contrario però, le qualità di scrittore (il diretto interessato, insomma, non è un granché).
Negli ultimi due casi "scure" e "neo" non sono utilizzati nel loro significato standard; qualcuno potrebbe anche obiettare che il lettore comprende benissimo il significato traslato di "scure" e "neo" e che le virgolette risultano inutili e fastidiose: non avrebbe tutti i torti (visto che il paragone è facilmente comprensibile); ecco perché in casi in cui c'è trasparenza notevole a livello semantico potrete optare per entrambe le modalità .
Dovreste usare le virgolette anche per i titoli di articoli, libri, saggi e così via: in questo caso, però, sarebbe preferibile il corsivo e, comunque, dipende da scelte tipografiche ben precise.
Ricordate che o corsivate una parola oppure la mettete fra virgolette: entrambe le scelte non sono consentite; per quanto riguarda le parole straniere, è diffuso l'uso di metterle in corsivo, a meno che non si tratti di termini latini (la lingua latina è madre dell'italiano è tutto è, fuorché straniera; o meglio: non dovrebbe esserlo).
Una questione che attanaglia gli utenti è l'utilizzo della punteggiatura all'interno delle virgolette: bisogna inserire il punto dopo le virgolette di chiusura o prima? Va fatto prima, come nel seguente esempio: "Ha detto che mi avrebbe aiutato". Se prima delle virgolette di chiusura, invece, c'è un punto esclamativo o interrogativo, potrete comportarvi come meglio credete; vediamo questi due esempi:
- "Smettila di stressarmi!".
- "Lascia che sia lui a decidere!"
Avete, insomma, piena libertà (anche perché più che di regole, in questo caso, si tratta di usi).