"L'iIlva e l'inquinamento" potrebbe essere una delle possibili tracce della prima prova della maturità 2013. Inquinamento, salute in pericolo, paura della disoccupazione: tutti temi attuali.
Non ci meraviglieremmo se "Ilva e inquinamento" capitassero fra le tracce della prima prova della maturità 2013: per anni e anni si è parlato degli effetti nefasti che la fabbrica provocava sull'ambiente e i cittadini tutti, per i quali è aumentato a dismisura il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie, oltre che di tumori. Solo nell'ultimo periodo, però, a Taranto e Genova - le due città che devono fare i conti, prima di tutte, con il problema - è scoppiata la polemica.
La presenza dello stabilimento, infatti, ha portato a discutere su temi etici di importanza indiscutibile, mettendo la popolazione dinanzi a una scelta impossibile: meglio tutelare il lavoro o la salute? La tematica, insomma, è pià che mai attuale, e quasi sicuramente vi capiterà agli esami di stato o fra le tracce del tema o tra i saggi brevi.
La presenza dello stabilimento, infatti, ha portato a discutere su temi etici di importanza indiscutibile, mettendo la popolazione dinanzi a una scelta impossibile: meglio tutelare il lavoro o la salute? La tematica, insomma, è pià che mai attuale, e quasi sicuramente vi capiterà agli esami di stato o fra le tracce del tema o tra i saggi brevi.
La storia dell'Ilva e la sua importanza per l'Europa
Come iniziare a strutturare un saggio breve (leggete qui come farlo alla perfezione) o un tema su questo argomento? Prima di tutto dovreste avere chiara, almeno nei suoi tratti generali, la storia dell'Ilva e degli stabilimenti più importanti.
L'Ilva è un'industria nata nel 1905 dalle ceneri della vecchia Italsider, che si occupava della trasformazione dell'acciaio. Il nome era utilizzato dai latini per indicare la nostra attuale isola d'Elba, dalla quale - non a caso - venivano estratti i minerali di ferro, che servivano principalmente per alimentare i primissimi altiforni italiani.
Queste fabbriche, oggi, sono presenti in tutt'Italia e la più importante è sicuramente quella di Taranto - città marittima pugliese -, che gode di fama europea; gli italiani, però, sanno della sua esistenza soprattutto per i danni che ha provocato alla salute dei cittadini.
L'Ilva è un'industria nata nel 1905 dalle ceneri della vecchia Italsider, che si occupava della trasformazione dell'acciaio. Il nome era utilizzato dai latini per indicare la nostra attuale isola d'Elba, dalla quale - non a caso - venivano estratti i minerali di ferro, che servivano principalmente per alimentare i primissimi altiforni italiani.
Queste fabbriche, oggi, sono presenti in tutt'Italia e la più importante è sicuramente quella di Taranto - città marittima pugliese -, che gode di fama europea; gli italiani, però, sanno della sua esistenza soprattutto per i danni che ha provocato alla salute dei cittadini.
L'impatto sulla natura e sull'uomo
Entrate immediatamente nel vivo del discorso, parlando dell'inquinamento e delle questioni legali legate all'Ilva. Potete, per esempio, analizzare prima la situazione di Genova e poi quella di Taranto.
Sappiamo tutti che gli altiforni dell'Ilva hanno avuto un impatto deleterio sull'ambiente e sulla popolazione a causa dell'emissione di gas pericolosi. A Genova, dopo aver fatto tutti i controlli del caso, il sindaco ha deciso di chiudere numerose cockerie, soprattutto quelle nel quartiere di Cornigliano, nei pressi di uno stabilimento siderurgico: in quest'area la mortalità, tra il 1988 e il 2001, è risultata notevolmente maggiore rispetto alle altre zone genovesi. Ma dopo il 2001, era ancora attivo l'altoforno numero 2, che produceva, seppur in quantità molto minore rispetto agli altri, fumi dannosi; per evitare di compromettere la vita dei cittadini, nel 2005 è stato spento anche quest'ultimo altoforno: con la sua disattivazione, il tasso di mortalità si è fortunatamente abbassato.
L'Ilva di Taranto, invece, è stata costruita nel quartiere di Tamburi, dove attualmente vivono circa 18mila persone. La zona è densamente popolata perché sono state costruite, nei pressi dell'industria siderurgica, un gran numero di case popolari per gli operai. La fabbrica tarantina, più di quella genovese, ha suscitato scandalo per l'elevata produzione di sostanze nocive e inquinanti, per le quali ancora adesso non si è trovata una soluzione.
Ma la giustizia sta facendo il suo corso: Giovanni Florido (Pd) e Michele Conserva (ex assessore dell'ambiente della Provincia di Taranto) sono stati accusati di aver convinto con manovre illecite i dirigenti del settore ecologia e ambiente di Taranto a smaltire rifiuti industriali e polveri inquinanti nella discarica "Mater Gratiae".
Ma la giustizia sta facendo il suo corso: Giovanni Florido (Pd) e Michele Conserva (ex assessore dell'ambiente della Provincia di Taranto) sono stati accusati di aver convinto con manovre illecite i dirigenti del settore ecologia e ambiente di Taranto a smaltire rifiuti industriali e polveri inquinanti nella discarica "Mater Gratiae".
No alla chiusura dell'Ilva: l'insuccesso del referendum
Dovrete fare riferimento, ovviamente, anche alla notizia dell'ultimo referendum che c'è stato a Taranto e che sarebbe dovuto servire per risolvere la complica situazione della città: domenica 14 aprile 2013 la popolazione tarantina ha espresso il proprio voto al referendum consultivo, alla quale sono state proposte due quesiti: "Volete, voi cittadini di Taranto - così recitava il primo -, al fine di tutelare la vostra salute
nonché la salute dei lavoratori contro l’inquinamento, proporre la
chiusura dell’acciaieria Ilva?". La risposta è stata netta: "sì" per l'81.29% della popolazione; no, per il 17.25%.
"Volete, voi cittadini di Taranto - così, invece, il secondo -, al fine di tutelare la vostra salute e quella dei lavoratori, proporre la chiusura dell’area a caldo dell’Ilva, maggiore fonte di inquinamento, con conseguente smantellamento dei parchi minerali?" (sì 92,62%, no 5,30%).
Nonostante ci sia stata una maggioranza di "sì", non è stato raggiunto il quorum, ed è solo per questo che hanno vinto i "no".
"Volete, voi cittadini di Taranto - così, invece, il secondo -, al fine di tutelare la vostra salute e quella dei lavoratori, proporre la chiusura dell’area a caldo dell’Ilva, maggiore fonte di inquinamento, con conseguente smantellamento dei parchi minerali?" (sì 92,62%, no 5,30%).
Nonostante ci sia stata una maggioranza di "sì", non è stato raggiunto il quorum, ed è solo per questo che hanno vinto i "no".
L'importanza del lavoro e della salute: ma quale prevale?
Potete, arrivati a questo punto, provare a interrogarvi perché i cittadini tarantini non abbiano votato in massa contro l'emissione di fumi tossici, esprimendo le vostre opinioni sul rapporto tra lavoro e salute, ovviamente sottolineando l'importanza di entrambi.
La chiusura dell'Ilva porterebbe a un licenziamento massiccio, visto che non sono pochi gli operai che prestano il loro servizio all'interno dell'acciaieria. Il sindaco di Bari, Emiliano, ha centrato bene la questione:
"Per mancanza di indirizzo politico non si capisce se dobbiamo andare fino in fondo senza guardare in faccia a nessuno o se bisogna trovare un punto di equilibrio sulla ragione di Stato, cioè sul fatto che non ci possiamo permettere di chiudere l’Ilva senza trovare un’alternativa occupazionale".
E alle generazioni future non si pensa? Non sono pochi, infatti, i bambini che soffrono a causa di questa fabbrica, soprattutto gli alunni della scuola elementare "Grazia Deledda", che frequentano le lezioni in una struttura altamente contaminata (ma è solo uno dei casi).
Avete tutti gli elementi, insomma, per discutere su inquinamento, lavoro e salute, facendo riferimento a un caso purtroppo molto attuale. Se volete ulteriori consigli su altre tracce della prima prova di italiano, non vi resta che seguire i nostri approfondimenti.
Avete tutti gli elementi, insomma, per discutere su inquinamento, lavoro e salute, facendo riferimento a un caso purtroppo molto attuale. Se volete ulteriori consigli su altre tracce della prima prova di italiano, non vi resta che seguire i nostri approfondimenti.