Riassunto di Frate Cipolla: sesta giornata decima novella, regina Elissa e narratore Dioneo, la storia è incentrata sull'abilità linguistica dell'uomo di chiesta. Analisi dettagliata dei temi del Decameron
Il riassunto dettagliato e l'analisi di Frate Cipolla non può che partire dai dati più importanti: questa è la decima novella della sesta giornata del Decameron, nella quale “sotto il reggimento d'Elissa, si ragiona di chi con alcun leggiadro motto, tentato, si riscotesse, o con pronta risposta o avvedimento fuggì perdita o pericolo o scorno”. La novella è raccontata da Dioneo ed è ambientata a Certaldo, paese di nascita di Giovanni Boccaccio.
Ogni anno il protagonista lì va a raccogliere le elemosine un frate dell'ordine di Sant'Antonio, frate Cipolla, il quale, pur essendo non istruito, ha un'ottima parlantina. Il frate chiede ai paesani la consueta offerta al santo per la protezione degli animali e promette di far loro vedere una reliquia, ossia una penna dell'arcangelo Gabriele lasciata nella casa della Vergine.
Due giovani del paese, Giovanni del Bragoniera e Biagio Pizzini, decidono di fare uno scherzo al frate, portandogli via la sua presunta reliquia. Frate Cipolla si allontana dal suo albergo e lascia in custodia le sue cose al suo servo, Guccio Porco, un uomo pieno di difetti e particolarmente dedito ai piaceri mondani, che infatti si allontana dalla camera per stare con una serva che aveva addocchiato. I due amici entrano nella camera, e trovano in una cassettina la penna, che si rivela essere di pappagallo (ma al tempo, osserva il narratore, nessuno in Toscana poteva saperlo); la rubano e nella cassetta mettono dei carboni.
Venuta l'ora dell'ostensione della reliquia, Frate Cipolla inizia una lunga predica e poi apre il cofanetto; non trovando la penna, comprende subito che non poteva essere stato Guccio. Si inventa così una storia: dopo un lungo viaggio (che lo aveva condotto, tra l'altro, a Truffia e Buffia e poi alla terra di Menzogna) era giunto a Gerusalemme, e lì gli erano state consegnate una serie di reliquie, tra cui la penna dell'arcangelo e i carboni su cui era stato martirizzato San Lorenzo. Egli aveva quel giorno scambiato le due cassette, il che si doveva ritenere un evidente segno di Dio, visto che due giorni dopo sarebbe stata la festa di San Lorenzo (10 agosto). La folla entusiasta si fa benedire con i carboni e quell'anno il frate raccoglie più offerte del solito; alla fine i due amici, dopo aver molto riso, gli restituiscono la penna e gli raccontano cosa avevano fatto.
Frate Cipolla, analisi dei temi centrali
È evidente che i temi centrali sono due: la religione e l'industria applicata nella parola. Il fatto religioso viene qui visto in modo del tutto irriverente, come per altro si trova anche nella novella di Andreuccio da Perugia. Frate Cipolla sfrutta senza alcuna remora la credulità degli abitanti di Certaldo per ottenere vantaggi economici, come per altro era tipico dell'ordine cui egli apparteneva, che infatti venne punito da papa Gregorio IX.
Non si tratta di una critica alla religione in sé (Boccaccio era credente), ma una presa d'atto della situazione degenerata in cui versavano alcuni degli ordini mendicanti. Da punto di vista laico, interessante è la straordinaria capacità verbale di frate Cipolla, che riesce sul momento a inventare una storia per prendersi gioco di chi l'ascolta, sfruttando al meglio il potenziale problema che si era presentato. Nel riassunto è difficile riproporli, ma molto numerosi sono i giochi linguistici e le beffe che egli propone ai contadini, facendo passare per straordinarie cose normalissime (come il paese "dove tutte l'acque corrono alla 'ngiù").
Frate Cipolla è un personaggio moralmente negativo, eppure in lui viene esaltata la virtù dell'industria; è in qualche modo un eroe, anche se di bassa lega (l'abilità della parola è amata da Boccaccio, che ce ne presenta il più alto esempio nella novella di Guido Cavalcanti). In lui rivive la cultura carnevalesca tipica del medioevo, basata sul cosiddetto mondo alla rovescia.
Non si tratta di una critica alla religione in sé (Boccaccio era credente), ma una presa d'atto della situazione degenerata in cui versavano alcuni degli ordini mendicanti. Da punto di vista laico, interessante è la straordinaria capacità verbale di frate Cipolla, che riesce sul momento a inventare una storia per prendersi gioco di chi l'ascolta, sfruttando al meglio il potenziale problema che si era presentato. Nel riassunto è difficile riproporli, ma molto numerosi sono i giochi linguistici e le beffe che egli propone ai contadini, facendo passare per straordinarie cose normalissime (come il paese "dove tutte l'acque corrono alla 'ngiù").
Frate Cipolla è un personaggio moralmente negativo, eppure in lui viene esaltata la virtù dell'industria; è in qualche modo un eroe, anche se di bassa lega (l'abilità della parola è amata da Boccaccio, che ce ne presenta il più alto esempio nella novella di Guido Cavalcanti). In lui rivive la cultura carnevalesca tipica del medioevo, basata sul cosiddetto mondo alla rovescia.