Guida ai verbi irregolari italiani, tra suppletivismo e alterazioni desinenziali: ecco i principali tipi di irregolaritÃ
Definiamo "verbi irregolari" quei verbi che non seguono il modello di coniugazione cui dovrebbero fare riferimento: "mangiare" è regolare, perché qualsiasi voce del suo paradigma rispetta quelle della prima coniugazione; "bere", invece, non lo è, perché al passato remoto fa "bevvi" e non "bevetti", come ci si aspetterebbe: non rispecchia, insomma, le desinenze della coniugazione di riferimento.
L'irregolarità dei verbi è principalmente di due tipi e va ad aggiungersi a categorie che, pur non rientrando in quella dei verbi irregolari, deflettono in un modo o nell'altro dalla coniugazione che ci aspetteremmo: pensiamo ai verbi difettivi, che non hanno alcune voci del paradigma, oppure a quelli sovrabbondanti, che hanno la stessa radice ma seguono coniugazioni diverse (adempiere/adempire).
Irregolarità nella radice: il suppletivismo
In quanto alle irregolarità in senso stretto, il primo tipo viene definito "suppletivismo" e consiste - come si legge in Grammatica. Italiano, sintassi, dubbi del linguista Luca Serianni - in "concorrenza di più radici nel corso della coniugazione"; tale suppletivismo può essere primario o secondario, a seconda se è possibile ricondurlo a una o più radici: spieghiamoci con degli esempi.
Il verbo "andare" è un verbo con suppletivismo primario, perché 1. Presenta due radici diverse (es. "andiamo" ma "vado") 2. Deriva da due basi latine: la prima è "andare"; la seconda, invece, è VADĔRE.
Il verbo "dovere", invece, pur essendo un verbo suppletivo, rientra nella classe delle parole con suppletivismo secondario; vediamo perché: 1. Le radici sono diverse (es. "dobbiamo" ma "devo"), quindi è suppletivo 2. La base latina è unica, cioè DEBĒRE, dunque conferma l'assunto di partenza.
Il verbo "dovere", invece, pur essendo un verbo suppletivo, rientra nella classe delle parole con suppletivismo secondario; vediamo perché: 1. Le radici sono diverse (es. "dobbiamo" ma "devo"), quindi è suppletivo 2. La base latina è unica, cioè DEBĒRE, dunque conferma l'assunto di partenza.
Irregolarità nella desinenza
Questo era il tipo di irregolarità meno intuitivo: l'altro tipo di irregolarità - seguiamo sempre la classificazione del linguista Luca Serianni - riguarda le alterazioni desinenziali; esistono, cioè, delle desinenze imprevedibili, che non corrispondono, quindi, a quelle attese: abbiamo visto "bere", che, invece di "bevetti", fa "bevvi" al passato remoto; possiamo citare, però, anche "dare", che all'indicativo presente sesta persona fa "danno" e non *dano, come ci saremmo aspettati, guardando la coniugazione (es. "mangiano", "lottano", "cercano" etc.). Questi due casi - come molti altri - presentano irregolarità in tutto il paradigma e non solo nei tempi e nei modi citati: è importante averlo ben chiaro, per non considerare regolari le altre forme.
Maggiori approfondimenti sui verbi irregolari si trovano nel nostro quiz sul passato remoto e nel nostro test generale sui verbi. L'argomento è complesso, ma l'esposizione alla lingua italiana sin dalla nascita ed esercizi di vario tipo dovrebbero chiarirvelo in tutti i suoi aspetti.