Ecco spiegata la differenza tra polisemia e omonimia con esempi in una guida approfondita
La differenza tra polisemia e omonimia non può che essere spiegata - come quasi tutti gli argomenti di linguistica - partendo da alcuni esempi calzanti; prima di procedere, però, vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento sull'omonimia, perché sicuramente vi permetterà di comprendere a pieno ciò che stiamo per scrivere.
Una spolverata, comunque, non fa male ed è per questo che vogliamo ricordarvi cos'è un omonimo: si tratta di una parola che è simile a un'altra nel suono o nella grafia ma che rispetto a questa ha un significato completamente diverso. Ne sono un esempio "lira" strumento musicale e "lira" moneta un tempo in vigore in Italia: le due parole, infatti, si scrivono e pronunciano allo stesso modo ma hanno un referente diverso.
Cos'è la polisemia?
La polisemia (parola introdotta nel 1897 da M. Bréal) indica, invece, la proprietà che una parola ha di esprimere più significati: per esempio, "quadro" può essere usato sia per indicare l'oggetto fisico sia nella locuzione "fare il quadro di", con l'intenzione di dare una panoramica chiara di un dato argomento (es. "Facciamo il quadro del discorso"); "canto", invece, può riferirsi sia a una canzone sia a un angolo; "fattore" all'agricoltore o al membro di una moltiplicazione: potremmo continuare per parecchio, visto che i termini polisemici sono un'infinità .
Differenza tra polisemia e omonimia
Vi starete chiedendo come sia possibile distinguere la polisemia di "quadro" dall'omonimia delle due "lira" precedenti: la risposta è più semplice di quanto possiate immaginare, anche se il fenomeno è complesso. Nell'omonimia, infatti, le parole sono più di una e hanno significato diverso; nella polisemia, invece, la parola è sempre la stessa, ma il suo significato originario si è esteso, per somiglianza e non solo, ad altri referenti; pensiamo, per esempio, a "navetta", il cui significato primario era "contenitore della spola", mentre oggi la parola si trova a indicare pure la "navicella spaziale".
Andando più a fondo, e arrivando al cuore della differenza, la polisemia è diversa dall'omonimia perché nel primo caso i significati sono correlati sia etimologicamente sia sematicamente: ciò significa che hanno una storia comune e un'affinità semantica che dipende dal criterio linguistico dell'economia (quando parliamo, cerchiamo di non creare materiale inutile, quindi altre parole, ma associamo allo stesso lemma significati simili a quello originario). L'omonimia, invece, consiste nell'uguaglianza fra due parole dovuta a una serie di controversie etimologiche: questo vuol dire che, per una serie di fenomeni e accadimenti, i due termini hanno assunto la stessa grafia o lo stesso suono, pur continuando a indicare referenti diversi.
Andando più a fondo, e arrivando al cuore della differenza, la polisemia è diversa dall'omonimia perché nel primo caso i significati sono correlati sia etimologicamente sia sematicamente: ciò significa che hanno una storia comune e un'affinità semantica che dipende dal criterio linguistico dell'economia (quando parliamo, cerchiamo di non creare materiale inutile, quindi altre parole, ma associamo allo stesso lemma significati simili a quello originario). L'omonimia, invece, consiste nell'uguaglianza fra due parole dovuta a una serie di controversie etimologiche: questo vuol dire che, per una serie di fenomeni e accadimenti, i due termini hanno assunto la stessa grafia o lo stesso suono, pur continuando a indicare referenti diversi.
Trattamento dei lessicografi e altri esempi
Vediamo come ne parla il Dizionario di linguistica di Gian Luigi Beccaria nella voce apposita, aggiungendo una considerazione molto interessante:
"La polisemia è in opposizione all'omonimia, ma non è sempre facile decidere quando in un dizionario è meglio cessare di considerare una voce polisemica e introdurre due voci con lemmi omonimici. Non tutti i lessicografi, per es., fanno voci polisemiche per calcolo, credenza, macchia e propongono voci omonimiche sulla base del fatto che sono così lontani fra di loro [...] da provocare l'abbandono del trattamento polisemico, giustificato da un punto di vista etimologico, ma estraneo al parlante in prospettiva sincronica".
Vediamo un esempio per capire ancor meglio la differenza tra polisemia e omonimia e quanto sia difficile certe volte districarvisi: "calcolo" vuol dire non solo "procedimento matematico" ma pure "pietruzza"; questa voce viene classificata da alcuni come polisemica, proprio perché la differenza di significato è giustificata dalla sua storia; da altri, però, come omonimica, perché la distanza fra i due significati è davvero elevata. Inutile dire che nessuna delle due scelte è giusta o sbagliata, purché sia motivata e spiegata a chi legge.
Ricapitolando
Ricapitolando, un omonimo è una parola che, pur avendo la stessa grafia e lo stesso suono di un'altra, ha un significato diverso: perciò siamo dinanzi a un confronto tra due parole; la polisemia, invece, fa riferimento ai numerosi significati che una parola si è trovata ad assumere per estensione del significato originario.