Riassunto chiaro, con parafrasi e commento, della dedica del Principe di Niccolò Machiavelli. Prepara al meglio la tua interrogazione!
Soffermiamoci oggi sulla dedica
de Il Principe di Niccolò Machiavelli, attraverso parafrasi, commento e riassunto dei passaggi più importanti. In posizione incipitaria troviamo
un'epigrafe in latino che riporta con solita lapidarietà il nome
dell'autore, seguito da quello del dedicatario ovvero
Lorenzo de' Medici.
Segue una costatazione di carattere generico: suole spesso
chi desidera ingraziarsi un principe blandirlo con
carezzevoli parole o allettarlo con gli svaghi che preferisce, con
ninnoli e doni ricercatissimi: cavalli, armi, vestiti e arazzi,
pietre preziose degne della sua grandezza.
Similmente
Machiavelli ricerca la benevolenza del Signore di Firenze con ciò
che più di prezioso possiede: non suppellettili squisiti o armi
intarsiate di smeraldi, ma la sua inveterata conoscenza
e saggezza inestimabile sugli ingranaggi che fanno girare il mondo: i
precetti più sopraffini in materia di governo di un territorio,
maturati dalla partecipazione attiva sul campo e dall'erudizione
storica. Ecco qui uno stralcio importante del trattato:
Desiderando
perciò offrire alla Vostra Magnificenza me stesso e qualche pegno
della mia profonda umiltà verso di essa, non ho trovato nessun
valore che io stimi più caro della mia conoscenza dei grandi atti
dei più grandi uomini, acquisita attraverso la pratica degli affari
moderni e un accurato studio della storia politica antica.
Tutto questo
sapere viene ora compendiato,
epitomato in un volume di formato contenuto, piacevole a leggersi e
agevolmente consultabile: Il Principe, ovviamente, di cui qui potrete trovare riassunti e approfondimenti di vario tipo per prepararvi a interrogazioni e compiti in classe.
L'insistenza
dei termini vertenti nell'area semantica della pochezza e della
piccolezza nei passi seguenti rientrano nella prassi letteraria della
finta modestia (o topos modestiae),
artificio retorico attraverso il quale l'autore dà un'immagine di sé
non eccessivamente compiaciuta e auto-celebrativa. Si noti tuttavia
come, nella frase immediatamente successiva, Machiavelli ci tenga a
raddrizzare il tiro, svelando la natura fittizia e complimentosa di
quanto appena detto, affinché la sua opera non esca svilita e
sottovalutata da questo eccesso di umiltà:
E
nonostante io ritenga quest'opera niente affatto degna di riferirsi
alla Magnificenza Vostra, confido in cuor mio che le sia accetta in
virtù della sua umanità,
considerato che da me non potrebbe ricevere in dono niente di più
caro che non la facoltà di intendere nel minore tempo possibile ciò
che il mio intelletto ha assorbito in anni di disagi e pericoli.
Ma proseguiamo con la parafrasi e il commento della dedica del Principe: risulta
sensato soffermarsi qualche secondo sul termine umanità
qui collegato, con ardita prosopopea
(o personificazione), ad un elemento che non ha in sé nessun
carattere umano se non di essere stato forgiato da mani umane: un
libro. Il significato della frase dev'essere certamente metonimico: l'opera non è intrinsecamente umana ma è coperchio che ammanta un calderone di umanità; perché scritta da un
uomo che conosce gli uomini; perché è infarcita di riferimenti a vicende umanissime; perché è un bestiario che tratta, cataloga, viviseziona con la più
sistematica precisione una delle fiere più rapaci: l'uomo
ossessionato dal potere.
L'analisi e il riassunto della dedica contenuta ne Il Principe di Machiavelli non può che continuare con le parafrasi
di due stralci
importanti.
La dichiarazione poetica nella dedica del Principe
Nel
testo segue perciò una dichiarazione di poetica
nella quale l'autore afferma di prediligere uno stile
scarno ed essenziale;
s'inserisce così nel solco tracciato per la prima volta nel secondo
secolo avanti Cristo dagli oratori atticisti
e portato avanti da quanti più trattatisti e storiografi ricercarono
la più pura bellezza nella verità del fatto descritto n*do e crudo piuttosto
che in orpelli e arzigogoli virtuosistici:
La
cui opera io non ho ornata o guarnita con ampie clausole e parole
ampollose e magniloquenti, o di qualunque altro orpello o
abbellimento esteriore. […] Perché io ho voluto che la sola
varietà della materia e sostenutezza del soggetto la rendessero
piacevole.
La modestia come artificio retorico della dedica
Si
ritorna poi sui binari della modestia; questa volta, però, Machiavelli
fa avanzare in prima linea la stessa figura autoriale
- mettendo in gioco tutto di sé e della sua condizione, a partire
proprio dalla sua estrazione sociale
- e porta avanti il suo ragionamento infiorandolo con un pregevole paragone naturalistico:
E
nemmeno voglio che sia reputato presuntuoso un uomo di umile
estrazione sociale che osa sentenziare e discorrere sui governi degli
eccelsi principi; perché, alla stessa maniera di coloro che
disegnano le cartografie devono acquattarsi a livello del mare per
comprendere la morfologia dei promontori e degli altopiani e per
intendere la conformazione delle pianure devono recarsi sulle cime
dei monti, similmente, per conoscere adeguatamente la natura dei
popoli bisogna essere principi e per conoscere quella dei principi
bisogna essere uno del popolo.
L'augurio di Machiavelli per Firenze
La dedica si conclude su una ben servita captatio benevolentiae nella
quale Niccolò si augura che Firenze pervenga, sotto la guida di
Lorenzo, a quella grandezza che la sorte e le virtù lasciano
intravedere (e che con questa brava sviolinata lui stesso venga
prontamente riaccolto nell'entourage
signorile);
a questa fa seguire un dignitoso lamento sopra la sua condizione di
esule.
Da rilevare la
raffinata disposizione sintattica della frase di chiusura: i due
soggetti e i loro rispettivi predicati sono posizionati in modo da
formare un chiasmo di grande
resa peripatetica:
alla sorte che apparecchia benevola un futuro roseo al principino
viene fatta corrispondere l'imprevedibilità maligna e avversa che si
compiace a tormentare il povero autore.
Approfondisci: leggi i nostri riassunti di letteratura italiana per ripassare in vista dell'interrogazione
Approfondisci: leggi i nostri riassunti di letteratura italiana per ripassare in vista dell'interrogazione
Machiavelli uomo politico
Da
questo primo momento argomentativo traspare l'immagine di un
Machiavelli dotato di un ammirevole vissuto politico, un fine conoscitore dell'arte oratoria e politica, che per una serie di contingenti sfortune si trova incastrato nel ruolo di remoto precettore del principe:
privato della facoltà di interagire con la corte e di influenzare
realmente il governo del suo signore, l'autore può trovare tenue
consolazione mentre sciorina tutte le sue conoscenze tecniche e
pratiche su come si regge un dominio nel miglior modo possibile.
E
questi erano riassunto,
analisi
e parafrasi
della dedica del Principe
di Niccolò
Machiavelli: in bocca al lupo per l'interrogazione!
La foto è tratta da Pixabay.com
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