La nostra traduzione e analisi di De bello Gallico 1 7 di Giulio Cesare - titolo versione "Cesare giunge a Ginevra" - vi permetterà di comprendere a fondo il tema del capitolo e di studiarne attentamente le particolarità linguistiche e i costrutti più complessi
Ci dedichiamo oggi a traduzione e analisi della versione di De bello Gallico, 1 7, "Cesare giunge a Ginevra" (il brano incomincia con Caesari cum id nuntiatum esset...). Siamo dunque nel settimo capitolo del primo libro, come sapete redatto durante la prima metà del I secolo a.C. dal generale romano Caio Giulio Cesare. In particolare in questo passo dell'opera il condottiero di Roma, narrando le vicende che lo riguardano usando la terza persona, non si concentra tanto sull'azione bellica, quanto sul rapporto che lui stesso intrattiene con i propri nemici: gli Elvezi, che minacciano di imporre la propria egemonia sulla Gallia intera. La battaglia che Cesare intraprende stavolta, dunque, è di carattere diplomatico.
Come sempre sottolineiamo prima di ogni analisi, ricordate che la traduzione non dev'essere un mero esercizio tecnico: ecco perché dovreste conoscere almeno sufficientemente l'opera che andate a tradurre. Nel nostro riassunto su tutti i libri del De bello Gallico troverete proprio le informazioni che vi serviranno per capire tutto di quest'opera così importante non solo dal punto di vista letterario ma anche - e forse soprattutto - dal punto di vista storico. Per capire meglio questo passo dell'opera vi consigliamo inoltre di leggere in traduzione De bello Gallico 1 1, vale a dire l'incipit.
Come sempre sottolineiamo prima di ogni analisi, ricordate che la traduzione non dev'essere un mero esercizio tecnico: ecco perché dovreste conoscere almeno sufficientemente l'opera che andate a tradurre. Nel nostro riassunto su tutti i libri del De bello Gallico troverete proprio le informazioni che vi serviranno per capire tutto di quest'opera così importante non solo dal punto di vista letterario ma anche - e forse soprattutto - dal punto di vista storico. Per capire meglio questo passo dell'opera vi consigliamo inoltre di leggere in traduzione De bello Gallico 1 1, vale a dire l'incipit.
Vi proponiamo di seguito il testo latino tratto dal settimo capitolo del primo libro. Più in basso vi forniremo invece l'analisi e la traduzione del testo, con la spiegazione delle particolarità linguistiche presenti e quindi anche dei costrutti più complessi, sicuri che il lavoro sarà d'aiuto a tutti coloro che intendono approfondire e semplificare lo studio e la comprensione dell'opera cesariana.
Testo in latino di De bello Gallico, 1 7: "Cesare giunge a Ginevra"
Caesari cum id nuntiatum esset [1] eos per provinciam nostram iter facere conari [2], maturat ab urbe proficisci [3] et quam maximis potest [4] itineribus in Galliam ulteriorem contendit et ad Genavam pervenit. Provinciae toti quam maximum potest militum numerum imperat [5] - erat omnino in Gallia ulteriore legio una -; pontem qui erat ad Genavam iubet rescindi [6]. Ubi de eius adventu Helvetii certiores facti sunt [7], legatos [8] ad eum mittunt nobilissimos civitatis, cuius legationis Nammeius et Verucloetius principem locum obtinebant, qui dicerent [9] sibi esse in animo sine ullo maleficio iter per provinciam facere,[10] propterea quod aliud iter haberent nullum; rogare [11] ut eius voluntate id sibi facere liceat [12]. Caesar, quod memoria tenebat L. Cassium consulem occisum exercitumque eius ab Helvetiis pulsum et sub iugum missum, concedendum non putabat; neque homines inimico animo [13], data facultate [14] per provinciam itineris faciundi [15], temperaturos [16] ab iniuria et maleficio existimabat. Tamen, ut spatium intercedere posset, dum milites quos imperaverat convenirent, legatis respondit diem se ad deliberandum [17] sumpturum [18]; si quid vellent, ad Id. Apr.[19] reverterentur [20].
Analisi di De bello Gallico, 1 7: commento alla traduzione delle forme più difficili
Per comprendere bene questa traduzione di De bello Gallico 1 7 vi servirà sapere che le note evidenziate in arancio si riferiscono a singoli termini o costruzioni sintattiche; le note evidenziate in rosso si riferiscono invece a termini del periodo distanti tra loro.Ecco a voi l'analisi delle singole forme:
- cum... esset: costrutto del cum narrativum. Tale proposizione introdotta dal cum è sempre resa con il congiuntivo, nei suoi vari tempi. In questo caso, il congiuntivo imperfetto esset viene tradotto con un gerundio semplice.
- conari: infinitiva epesegetica (o esplicativa). Un'infinitiva particolare che assolve la funzione di spiegare un concetto introdotto da un pronome neutro in prolessi (nel nostro caso id al primo rigo).
- proficisci: verbo deponente, modo infinito. Paradigma: PROFISCOR, -eris, profectus est, -sci.
- quam... potest: la locuzione quam + potesse si traduce con il più possibile, quanto più possibile.
- imperat: verbo accompagnato dal dativo della persona a cui si ordina (o da cui si pretende) e con l'accusativo della cosa per la quale si è dato l'ordine.
- iubet rescindi: il verbo IUBEO (iubeo, -es, iussi, iussum, -ere 2^ coniugazione) regge l'infinito passivo (rescindi) nel caso in cui non sia espressa la persona cui si impartisce l'ordine.
- Helvetii certiores facti sunt: aliquem certiorem (o certum) facere = informare qualcuno di qualcosa.
- legatos: predicativo dell'oggetto, nobilissimos (con homines sottinteso).
- qui dicerent: relativa impropria. Proposizione retta dal pronome relativo e con verbo espresso in congiuntivo; in questo caso, assume un valore finale.
- esse... facere: due diverse proposizioni infinitive che dipendono dallo stesso verbo (dicerent).
- rogare: infinito narrativo, spesso usato in opere storiografiche.
- ut liceat: proposizione finale, introdotta da ut e con il verbo al congiuntivo presente.
- inimico animo: complemento di qualità. Si esprime al genitivo in riferimento a qualità morali. In questo caso, il complemento è espresso in ablativo poiché si parla di una qualità corporea, in quanto l'animo era considerato parte della fisicità.
- data facultate: ablativo assoluto, con sfumatura causale/temporale.
- faciundi: gerundio in caso genitivo, in qualità di sostantivo verbale.
- temptaturos (esse): infinito futuro, verbo dell'infinitiva retta da existimabat.
- ad deliberandum: il gerundio, nel caso accusativo, è preceduto da ad e ha valore finale.
- sumpturum (esse): infinito futuro, verbo dell'infinitiva retta da respondit.
- Id. Apr.: una data, complemento di tempo. Abbreviazione di idibus aprilis 'alle idi di Aprile', che cadono, appunto, il tredici del mese.
- si vellent... reverterentur: periodo ipotetico dell'irrealtà (terzo tipo). I verbi sono al congiuntivo imperfetto.
Traduzione letterale (e non) di De bello Gallico 1 7 "Cesare giunge a Ginevra"
Essendo riferito a Cesare (questo, cioè id) che costoro (gli Elvezi) stavano cercando di farsi strada attraverso la nostra provincia, (egli) affretta la partenza dalla città (letteralm. "si affrettò nel partire") e marcia verso la Gallia ulteriore (Belgica), attraverso percorsi quanto più rapidi possibile, e giunge (infine) a Ginevra. Richiede dalla provincia intera il maggior numero possibile di soldati - in tutto, c'era solamente una legione (stanziata) nella Gallia ulteriore - ; ordina di abbattere (letteralm. "che venga abbattuto") il ponte per Ginevra (letteralm."un ponte che era in direzione di Ginevra"). Non appena gli Elvezi sono stati informati del suo arrivo, mandano al suo cospetto (= ad eum), in qualità di ambasciatori, gli uomini più influenti della città - detenevano una posizione privilegiata nella (letteralm. "della") suddetta ambasceria Nammeio e Veruclezio - che assicurassero di non avere cattive intenzioni (letteralm. "che si dicessero senza alcun male nell'animo") e di (voler) compiere un viaggio attraverso la provincia, per il fatto che non avessero un'altra strada (da poter percorrere); (lo) supplicavano affinché a loro fosse permesso farlo, con il suo beneplacito. Cesare, dal momento che non aveva dimenticato (letteralm. "aveva memoria") il console assassinato, L. Cassio, e il suo esercito, sconfitto dagli Elvezi e (da loro) sottomesso (letteralm."posto sotto il giogo"), non era convinto che (tale permesso) fosse da concedere; e non pensava che uomini dall'animo ostile, una volta concessa la possibilità di compiere un viaggio attraverso la provincia, non avrebbero aspirato alla violenza e al danno. Tuttavia, per poter prendere tempo, nel frattempo che i soldati che aveva richiesto giungessero, risponde agli ambasciatori che si sarebbe preso un giorno di tempo per deliberare; qualora avessero voluto (letteralm. "volessero"), sarebbero ritornati (letteralm. "ritornerebbero") il 13 Aprile.Approfondisci: segui i nostri consigli sulla lingua latina per imparare a tradurre con facilità
L'analisi e la traduzione di De bello Gallico 1, 7 di Cesare terminano qui: la versione è abbastanza insidiosa in alcuni passaggi anche se - come avete visto - l'esposizione dei fatti è lineare e la sintassi è chiara e ben strutturata. La vostra traduzione, a questo punto, dovrebbe procedere serenamente. Se avete bisogno di ulteriori chiarimenti o necessitate di consultare versioni già tradotte la nostra sezione dedicata al De bello Gallico vi tornerà senz'altro utile; in caso contrario contattateci su Facebook o tramite la sezione Contatti del sito. Buona traduzione!
Foto tratta da Pixabay.com